Sondrio Calcio: 80 anni di gloria e trionfi

Dal 1932 agli anni ’90

Il Sondrio calcio nasce nel 1932: la nuova società può vedere la luce grazie alla fusione, voluta dal Podestà, della U.s. Sondrio e lo Sport Club Sondrio. Il nuovo sodalizio prende il nome di Sondrio Sportiva e può allenarsi e giocare sul campo annesso alla Casa Balilla del capoluogo. Immediatamente arriva anche l’affiliazione alla Figc, più precisamente al direttorio generale lombardo della Federazione.

I primi anni: 1932-1940

I primi anni di vita del Sondrio calcio sono però caratterizzati da alti e bassi e mancanza di continuità. La squadra del capoluogo, infatti, debutta subito nella stagione 1932-33 e centra il quinto posto nel girone N della Terza divisione lombarda. Un debutto incoraggiante, ma seguono poi tre stagioni di “oblio”, visto che nel 1933-34 e nel 1934-35 la squadra rimane inattiva per la mancanza del campo sportivo, mentre nel 1935-36 il Sondrio no partecipa ad alcun campionato regionale organizzato dalla Figc.

Si torna in campo nel 1936-37 quando la squadra sondriese ottiene il quarto posto nel girone A della Seconda divisione lombarda. La stagione successiva il Sondrio è inserito nel girone E sempre della Seconda divisione lombarda che chiude in sesta posizione. Tra l’altro, la competizione fa registrare la vittoria del Morbegno del presidente Felice Ambrosetti. Seguono altre due stagioni in Seconda divisione lombarda: nel ’39 il Sondrio chiude terzo nel girone B, mentre nel 1940 si piazza al sesto posto nel gruppo A. La società fa comunque richiesta per essere ammessa in Prima divisione: una richiesta accettata dalla Federazione e dunque il Sondrio può compiere, all’inizio degli anni ’40 il salto di categoria.

Il debutto in Prima divisione lombarda: 1941-1950

E, il debutto in Prima divisione lombarda è di tutto rispetto per il Sondrio che conquista la seconda posizione nel girone F. Nel campionato successivo i biancazzurri sono inseriti nel girone C che chiudono al quinto posto e si arriva così al 1943, importante per le sorti della società calcistica del capoluogo.

Il Sondrio, infatti, sempre in Prima divisione, riesce a sconfiggere per la prima volta la sua bestia nera Tirano, grazie alla doppietta di Malaguti, poi supera l’imbattuto Breda e chiude in testa il suo girone. Il Popolo Valtellinese, giornale dell’epoca, sottolinea con enfasi come:
E’ la prima volta, negli annali calcistici, che una squadra della nostra valle riesce a qualificarsi al primo posto e viene ammessa alle finali“.

Il Sondrio si gioca così il titolo lombardo: arriva una sconfitta per 3-2 dall’Innocenti, poi un successo per 4-2 sul Marelli con le reti di Siniscalchi, Linzi e la doppietta di Dolzadelli che significa promozione in serie C a carattere nazionale. Poi ancora l’Innocenti batte 3-0 il Sondrio e gli nega il titolo lombardo, ma il bilancio stagionale rimane estremamente positivo: nove vittorie, due pareggi e tre sconfitte, 31 reti segnate e 16 subite.

La formazione del Sondrio 1943: Morandotti, Spagnolin, Quarenghi, Toccalli, Beccaria, Redaelli, Gianola, Linzi, Siniscalchi, Donadelli, Malaguti.

La stagione successiva arriva in serie C anche la Tiranese, ammessa per decisione federale e per alcuni campionati si succedono accesi e combattuti derby valtellinesi. Questo fino al 1948, quando il Sondrio retrocede in Promozione a causa del verdetto del campo.

Negativa anche la stagione 1948-49, visto che arriva una nuova retrocessione che fa scivolare il Sondrio in Prima divisione: decisiva in tal senso la terza rinuncia a scendere in campo della squadra del capoluogo arrivata alla 26° giornata e che costa l’esclusione dal campionato e poi la diciottesima posizione a fine stagione che non consente, per l’appunto, di mantenere la categoria, anche a causa di una forte penalizzazione per il tesseramento irregolare di un giocatore.

Il Sondrio, però, è capace di riscattarsi prontamente e già nel 1949-50 riguadagna il suo posto in Promozione: il campionato nel girone M di Prima divisione per la squadra del capoluogo è un autentico trionfo. Arriva infatti il primo posto sotto la guida dell’allenatore giocatore Egidio Capra, ex nazionale azzurro che mette tra l’altro a segno 19 reti. La squadra del capitano Carluccio Redaelli conquista 47 punti in 28 partite, segna 90 reti e ne subisce solo 25. Questa una delle formazioni stagionali: Penati, Balgera, Melotti, Tacconi, Ravera, Della Franca, Vido, Bizzarri, Bosoni, Tinelli, Capra. Presidente della società all’epoca era Arturo Schena, futuro sindaco di Sondrio e presidente della Provincia.

La promozione in Quarta serie e il nuovo stadio: 1951-1960

Nelle stagioni successive il Sondrio colleziona due settimi e un sesto posto in Promozione (divenuta nel 1952-53 Promozione lombarda) e proprio il sesto posto consente alla squadra del capoluogo di sfiorare il passaggio in Quarta serie.

Una promozione, questa, che arriva nella stagione 1957-58 dopo altri piazzamenti più che discreti (nono, terzo e sesto) in Promozione. Proprio il biennio 1957-1958 è molto travagliato viste le vicende extra-calcistiche. Muore l’ex presidente della Sondrio Sportiva Bruno Aondio ed Egidio Capra, protagonista della vittoria del campionato di Prima divisione, rimane vittima di un incidente stradale che gli costa la vita dopo dieci mesi di agonia e di paralisi. Per quanto riguarda il campo, invece, il presidente Giovanni Rigamonti appena entrato in carica ingaggia Aldo Ducceschi, allenatore proveniente dalla Pro Sesto. L’esordio è un successo di misura (2-1) contro il Chiavenna grazie alle reti di Cattaneo e del chiavennasco Dell’Oro che a fine stagione sarà capocannoniere del Sondrio con 24 reti. I biancoazzurri chiudono la stagione in prima posizione davanti al Cinisello, guadagnandosi la promozione in Quarta serie grazie a un bottino di 23 vittorie, 5 pareggi e 2 sole sconfitte con 67 gol fatti e soltanto 24 subiti. Capitano della squadra era Della Franca e le gare interne del Sondrio si giocavano in via Parolo, sul campo poi demolito per fare spazio al Centro Sportivo.

Così scriveva Umberto Reschigna sull’Eco delle Valli:
“Tutta Sondrio è in festa. E’ in festa per undici maglie bianco blu che hanno saputo, dopo tanti mesi di lotte, contro avversari quotati e contro la sfortuna, compiere il miracolo di terminare, vincitrici di slancio, un campionato durissimo e combattuto”.

La prima stagione in Quarta serie vede il Sondrio piazzarsi settimo nel girone B ed essere poi ammesso nella nuova serie D voluta dalla Lega semiprofessionisti. Nel 1960 arriva l’inaugurazione del nuovo stadio del capoluogo in località Castellina dotato di pista e pedane.

 Gli anni difficili: 1960-1971

Forse proprio sospinto dal nuovo stadio, il Sondrio nella stagione 1960-61 è terzo nel campionato di serie D, appaiato alla Tiranese. Un risultato oltre le più rosee aspettative nel campionato semiprofessionistico, come sottolineato dalla stampa locale dell’epoca
(“Una posizione che alla vigilia non le si poteva concedere”, commentava Mario Mari sul Corriere della Valtellina), ma che non verrà ripetuto.

Dopo la terza piazza nel 1961, con trascinatore assoluto Fusé, autore di 14 reti, l’anno successivo il Sondrio chiude ottavo. Si segnala il centravanti Riccardo Innocenti, originario di Ardenno, a segno sette volte e destinato a una carriera professionistica con le maglie di Perugia, Lecco e Milan.

Nel 1963-64 il Sondrio termina penultimo e cioè sedicesimo nel proprio girone (il B) della serie D: dovrebbe retrocedere, ma viene ripescato per completare gli organici della stagione successiva e la panchina viene affidata a Nani Franzosi. Sono comunque anni difficili per il sodalizio del capoluogo: se, infatti, nel 1965 Franzosi riesce a salvare la squadra che si piazza 14°, la stagione 1965-66 è terribile. Lo stesso Franzosi è cacciato a metà campionato, il Sondrio termina ultimo e stavolta non arriva un ripescaggio a salvarlo. Si ritorna in Prima categoria lombarda.

Si è ormai chiuso un ciclo e se la prima stagione dopo il ritorno tra i dilettanti è senza infamia e senza lode (Sondrio ottavo nel girone B di Prima categoria), nel 1967-68 si evita per miracolo un altro scivolone. L’undici allenato da Nascimbeni arriva terzultima nel suo girone e dovrebbe retrocedere in Seconda categoria. Ancora una volta i biancazzurri sono salvati dalla federazione che li ripesca per completare gli organici di Prima. La società, nel frattempo passata dalle mani di Erminio Panella al nuovo presidente Bruno Galimberti può così ripartire nel 1968-69 dalla Prima categoria, campionato in cui militano anche Morbegno e Chiavenna.

Seguono alcuni campionati in cui i risultati in Prima categoria peggiorano pian piano: il Sondrio è quinto nel girone B nel 1969, poi viene inserito nel girone C e lì arrivano un ottavo, un nono e un dodicesimo posto.

L’approdo in Promozione: 1972-1983

Si arriva così alla stagione 1972-73 e la storia si ripete per l’ennesima volta: i biancazzurri dell’allenatore Carlo Annovazzi sotto il nome di Sondrio Sportiva terminano il campionato al quattordicesimo posto e dovrebbero retrocedere. Arriva però, ancora una volta, il salvataggio della federazione che riammette l’undici del capoluogo in Prima per completamento degli organici.

Sulla panchina, come allenatore giocatore, arriva il sondriese Orazio Rancati, che decide ci chiudere a casa una carriera che l’ha portato a vestire le maglie di Parma, Inter e della nazionale olimpica italiana a Roma. La cura dell’ex professionista dà subito i suoi frutti. Arrivano un quinto e un terzo posto e poi nella stagione 1975-76 grazie a un ottimo girone di ritorno, il Sondrio centra il primo posto nel suo girone a pari punti con il Cesano Maderno. Per decidere la squadra promossa alla categoria superiore serve dunque uno spareggio. Il 30 maggio 1976 Sondrio e Cesano scendono in campo a Lecco e ad avere la meglio, purtroppo, è il Cesano con il punteggio di 3-1.

L’undici del capoluogo non si dà per vinto: nel 1977 chiude quinto e deve ancora rimandare il salto nella categoria superiore, ma nella stagione 1977-78 non ci sono più ostacoli. Il Sondrio, infatti, vince il girone C e approda in Promozione con sette punti di vantaggio sul Canzo. Capocannoniere della squadra (che realizza 59 reti e ne subisce solo 17)  è Cesare Del Gener, a segno 17 volte. Il presidente del ritorno in Promozione è l’industriale lecchese Giacomo Frigerio, mentre in campo fanno faville Enzo Tognini, Giordano Bruseghini, Claudio Giussani e il brianzolo Alcide Molteni, attuale sindaco di Sondrio.

La squadra del capoluogo si “ambienta” bene in Promozione tanto che termina per due volte consecutive in terza posizione. Il nuovo salto di categoria è maturo e puntuale arriva nella stagione 1980-81. La formazione sondriese, ancora allenata da Orazio Rancati e sospinta dal bomber Del Gener (14 gol per lui), portano la società del nuovo presidente Enrico Rebai al primo posto nel girone A di Promozione e dunque alla salita in Interregionale. La formazione tipo prevedeva questo schieramento: Bordoni (portiere che poi militò anche tra i professionisti), Del Rosario, Clapis, Caldara, Giussani, Mauri, Bolchini, Tognini, Ciapponi, Bruseghini, Del Gener.

Così commentava il successo mister Rancati:
“Abbiamo condotto un campionato regolare, i ragazzi hanno fatto blocco e il merito di questo successo è tutto loro, ma soprattutto mi sento di ringraziare in questo momento quei giocatori che, pur non essendo titolari fissi, si sono sempre preparati con puntiglio, dando, nei momenti particolari, un apporto essenziale alla squadra”.

L’addio di Mister Rancati: 1984-1990

Dopo tre salvezze consecutive in Interregionale, il Sondrio trema nella stagione 1984-85: l’undici biancazzurro, infatti, è costretto a giocarsi la permanenza nella categoria in uno spareggio contro la Gallaratese. Davanti a una Castellina piena, i biancazzurri si impongono grazie alle reti di Ezio Tognini e Marco Pedretti e si salvano. In questa stagione la società cambia denominazione in Hard Sondrio Calcio.

Il destino, però, non si ripete nel campionato 1985-86: il Sondrio conclude il girone B in quindicesima posizione ed è costretto a tornare in Promozione. Anche il campionato 1986-87 regale solo lacrime ai tifosi del Sondrio: l’undici del capoluogo termina quindicesimo nel girone B di Promozione e, a causa di un bilancio negativo negli scontri diretti con il Morbegno (1-1 nella città del Bitto con reti di Gianoli e autorete del portiere Angelinetta, e 2-0 per il Morbegno a Sondrio) è costretto alla seconda retrocessione consecutiva. E’ troppo anche per un innamorato del Sondrio come Orazio Rancati che, dopo tredici stagioni, decide di lasciare la panchina.

Dopo una stagione interlocutoria (quarto in Prima nel 1988), il Sondrio, allora allenato da Francesco Maraschi (bomber della promozione in Quarta Serie del 1958) e del presidente Luigi Mescia, torna in Promozione: decisivo lo spareggio giocato a Lecco contro la Galbiatese e vinto dai biancazzurri ai calci di rigore per 5-3 dopo l’1-1 con cui si erano conclusi i 120 minuti di gioco.